Ecco i consigli di PitturiAmo sulla Partita Iva per artisti

Partita Iva per artisti

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Se stai leggendo questo articolo, sicuramente ti sarai chiesto in che modo aprire la Partita Iva per artisti.

La prima cosa che devi fare è individuare il codice Ateco che descriva e qualifichi al meglio l’attività che andrai a svolgere. Potrai consultare il sito dell’Istat per cercarlo in autonomia, ma intanto di seguito te ne suggeriamo due:

  • 03.02 – Attività di conservazione e restauro di opere d’arte, se ti occupi di restauro finalizzato alla conservazione di opere d’arte quali: quadri, affreschi, sculture, mosaici, arazzi, materiale archeologico ecc.;
  • 03.09 – Altre creazioni artistiche e letterarie se svolgi attività di artisti individuali quali scultori, pittori, cartonisti, incisori, acquafortisti, aerografista ecc; attività di scrittori individuali, che trattano qualsiasi argomento, inclusi gli scrittori.

Il passo successivo sarà individuare l’inquadramento corretto a seconda di come andrai a svolgere la tua attività.

Contributi per artisti in Partita Iva

Una volta scelto il codice Ateco più coerente con l’attività che andrai a svolgere, potrai inquadrati in due modi diversi:

Libero Professionista

  • se lavorerai con soggetti privati: dovrai iscriverti alla Gestione Separata Inps e versare i contributi nella misura del 26,23% del tuo reddito.
  • se lavorerai con soggetti del mondo dello spettacolo: dovrai versare i contributi all’Ex-Enpals, ora inglobata all’Inps. Per le informazioni relative all’ammontare dei contributi potrai fare riferimento alla pagina Inps che permette l’accesso al servizio Enpals.

Artigiano

  • dovrai iscriverti in Camera di Commercio, alla quale verserai il diritto camerale annuale di circa 50€.
  • dovrai iscriverti alla Gestione Artigiani Inps alla quale verserai contributi fissi annuali pari a 3.905,76€ fino ad un reddito di 16.243€. Superata tale soglia, dovrai versarli nella misura del 24% sull’eccedenza.

A questo punto dovrai scegliere il regime Fiscale più adatto alle tue esigenze.

Regime Forfettario per artisti

Il regime naturale per chi comincia un’attività è il regime Forfettario, in quanto presenta interessanti agevolazioni contabili e fiscali. Dovrai però controllare di rispettare tutti i requisiti previsti dal Forfettario.

Il reddito imponibile, su cui dovrai versare imposta e contributi si calcola applicando ai ricavi il coefficiente di redditività: percentuale associata al codice Ateco che in questo caso è 67%.

Oltre ai contributi sarai soggetto al versamento di un’unica imposta, detta sostitutiva, con aliquota al 15%, che potrà essere ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività se rispetterai le seguenti condizioni:

  • non devi aver svolto nei tre anni precedenti l’apertura della Partita Iva, attività d’impresa anche in forma associata o familiare;
  • l’attività intrapresa in Partita Iva non deve essere una mera continuazione di un’attività precedentemente svolta sia sotto forma di lavoro autonomo che dipendente (esclusi i periodi di pratica obbligatori per poter esercitare arti o professioni);
  • se rilevi un’attività già avviata da un altro soggetto, dovrai verificare che tale attività rispettasse i requisiti per adottare il Forfettario.

Inoltre, se dovrai iscriverti alla gestione Artigiani Inps, potrai richiedere una riduzione del 35% dei contributi, sia su quelli fissi annuali, si sugli eventuali contributi da versare sull’eccedenza del minimale dei 16.243€.

Differenze tra regime Forfettario e regime Semplificato

Come indicato, per poter adottare il regime Forfettario dovrai rispettarne i requisiti: se non ne rispetterai anche solo uno, ricadrai necessariamente nel regime Ordinario Semplificato.

Ecco le differenze principali tra i due regimi fiscali:

  • Il Regime forfettario individua il reddito imponibile applicando ai ricavi il coefficiente di redditività; mentre nel Regime semplificato il reddito imponibile si individua dalla sottrazione dei costi sostenuti ai ricavi.
  • Il forfettario prevede un’unica imposta sostitutiva del 15% che si può ridurre al 5%; mentre l’ordinario prevede IRPEF a scaglioni, Irap, addizionali
  • il Forfettario permette solo la deduzione dal reddito imponibile di eventuali contributi versati nell’anno di imposta, mentre nell’ordinario sono possibili maggiori deduzioni e detrazioni (sia per spese dell’attività che per spese familiari).
  • Con il Regime Forfettario non si applica l’Iva in fattura ma una marca da bollo di 2€ se si supera l’importo di 77,47€.

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Autore: PitturiAmo Magazine

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