Il Post-impressionismo
Intorno al 1884 il gruppo degli Impressionisti cominciò a sfaldarsi e i singoli artisti, esaurito l’entusiasmo dell’avventura collettiva, proseguirono il loro percorso tentando separatamente esperienze diverse.
Cosa successe in Francia, e di riflesso in Europa, dopo il tramonto dell’era impressionista?
Nel periodo che intercorse dal 1880 e il 1905 si affermarono artisticamente alcune esperienze figurative che avevano come comun denominatore l’eredità assorbita dallo stile precedente e lo studio verso una nuova espressione della forma che superasse i concetti di luce e colore sostenuti dagli Impressionisti.
Tale ventennio prese il nome convenzionale di post-impressionismo il quale non fu quindi una corrente artistica ben definita bensì un tempo aperto alla ricerca omnidirezionale e ad un nuovo senso dell’arte.
Il termine venne introdotto nel 1910 dal critico inglese Roger Eliot Fry in occasione della mostra “Manet e i post-impressionisti” organizzata alla Grafton Gallery di Londra. Ma già prima di lui un altro storico dell’arte e critico tedesco, Jiulius Meier Graefe, aveva sostenuto la connessione tra il lavoro di Cézanne, Gauguin, Van Gogh e l’opera di Manet al di fuori della poetica impressionista e in contrapposizione con essa.
Il contenuto della mostra verteva sulla reazione all’Impressionismo e sulla crisi all’interno di esso. Punto di partenza fu proprio Edouard Manet, il quale vi aveva aderito soltanto temporaneamente definendo uno stile personale in cui lo spazio veniva reso per mezzo della contrapposizione tra neri e chiari a colori acidi, gli accostamenti non seguivano sempre le leggi della complementarità, e una grande attenzione era data alla composizione del quadro e alle figure umane. Fu presente all’evento con nove opere.
Ma il post-impressionismo non fu esclusivamente una prerogativa francese. Nel 1912 R.E.Fry organizzò una seconda mostra di artisti nella stessa sede della prima e presentò esempi di post-impressionismo in un’area geografica molto estesa. Alcuni di loro diverranno i maggiori rappresentanti delle avanguardie del secolo in atto. Dall’ Inghilterra: D.Grant, U.Bell, lo stesso Fry. Dalla Francia: P.Cezanne, Braque (Cubismo), Matisse (Fauvismo). Dalla Russia: N.K.Rolrich, M.Larionov, N.Goncarova. Dalla Spagna: Picasso (Cubismo).
Partendo da un ordine cronologico approssimativo, ecco una breve sintesi dei tratti più caratteristici delle tendenze pittoriche e degli artisti più originali, personalità isolate, che hanno contraddistinto il periodo in questione.
1884 – 1885
Pointillisme o Puntinismo (in Italia: Divisionismo)
Artisti di riferimento: Georges Seurat, Paul Signac
Il Puntinismo è anche chiamato neo-impressionismo. Alla base di questa corrente pittorica c’è il rifiuto dell’improvvisazione romantica degli impressionisti mentre sono ricercati i valori assoluti, che rimandano a Piero della Francesca, e un rinnovato classicismo, come si intravede nelle figure ieratiche dall’aspetto solenne. Esso si propone di ricreare le forme della realtà impiegando nel dipingere lo stesso processo seguito dall’occhio umano nel guardare: la scomposizione dell’oggetto in punti luminosi e separati che si ricompongono nella visione d’insieme in una unità concreta. Tecnicamente, i toni vengono divisi sulla tela in minuscole macchie di colori puri, accostate tra loro e che osservate a distanza ricompongono l’unità del tono.
Georges Seurat
Paul Cezanne
Paul Signac
Vincent Van Gogh
Hanry de Toulouse-Lautrec
Autore: Mario Salvo
Ho dedicato interamente la mia vita all'arte, fin dall'età di 12 anni, festeggiando nel 2016 i 50 anni di carriera artistica. Ho fondato l'associazione culturale ALETES Onlus e in qualità di Presidente e Docente e attraverso l'arte nelle scuole cerco di sostenere "diversamente abili" e le categorie socialmente deboli. Coinvolgendo organismi ed enti pubblici regionali, desidererei, assieme ad altri Maestri, ognuno nel suo specifico settore artistico, realizzare un’Accademia d’arte libera ovvero uno spazio nel quale poter gratuitamente insegnare, diffondendo, tra i tantissimi giovani e meno giovani che desiderino apprendere seriamente l’arte e le sue filosofie, i segreti di tecniche e professioni d’arte le quali, diversamente, andrebbero a beneficio di pochi eletti. Scopri di più su Mario Salvo