L’arte queer non è più uno scandalo
Anche quest’anno, in data 17 maggio, si celebra la Giornata contro omofobia, bifobia e transfobia.
Mai argomento fu piu’ discusso e dibattuto da persone di ogni categoria sociale, ne parlano preti, politici, la stampa, il mondo dell’arte è sempre stato testimone di battaglie ed evoluzione, ma cosa sappiamo del mondo e dell’arte queer?
Guardando oltre ogni forma di resistenza e non tenendo conto dei vari moti conservatori sia politici che non, l’universo queer influenza ormai da decenni i media, la musica, il cinema, ma anche fotografia e pittura.
Esempio assoluto è la storia della Drag queen americana Divine che ha ispirato, già negli anni ’80, il personaggio d’animazione Disney chiamato Ursula ne La Sirenetta.
Qual è il significato di “queer” e come si è evoluto nel tempo?
All’inizio degli anni ’70, veniva denominato “queer” quel che era “strano” cioè non comune e il termine aveva un’accezione assolutamente negativa.
Negli anni la società si è evoluta e il termine ha iniziato a valorizzare tutti quegli orientamenti sessuali che non rispettavano i canoni eteronormativi o che venivano supportati dalle comunità lesbo e gay.
L’evoluzione del mondo “queer” nell’arte
Il vento del cambiamento, che soffiò a partire dalla prima guerra mondiale, fu utile anche per sovvertire molte regole prestabilite.
Le donne iniziarono a indossare pantaloni e le coppie gay e lesbo cominciarono a non nascondere più il loro legame.
Gli artisti furono tra i primi a rivelarsi, sfidando l’opinione pubblica e scegliendo Soho, a Londra, come loro quartier generale. La pittrice lesbica Hannah Gluckstein, che si faceva chiamare semplicemente “Gluck”, dimostrò questo nuovo spirito con un potente autoritratto del 1942 con uno sguardo diretto di orgoglio e di sfida.
Due artisti più di tutti hanno rappresentato la loro sessualità nella loro arte, ma in modi assolutamente speculari.
Francis Bacon, che aveva definito la sua omosessualità “un difetto” la rappresenta in modo tormentato e oscuro, David Hockney invece la ostentava e la rappresentava in modo solare, come egli stesso era solito vivere alla luce del sole e senza nascondere la sua reale natura.
Entrambi, vennero molto criticati e anche indagati per oscenità, ma ebbero il coraggio di procedere sulla loro strada, incoraggiando così intere generazioni di artisti e non.
Una mostra emblematica nel 2017 omaggia l’arte “queer”
Nel 2017, nel 50° anniversario della depenalizzazione dell’omosessualità in Inghilterra, l’arte queer è stata omaggiata con la mostra Queer British Art: 1861-1967.
In Inghilterra, infatti, dal 1533 al 1707 la sodomia veniva punita con la pena di morte “in virtù” del Buggery Act. La condanna per legge è rimasta in vigore fino al 1967.
La mostra Queer British Art ha riportato sulla scena quasi cento anni di arte visiva, comprendente generi e modelli molto diversi fra loro, dalla pittura classica fino alla pop art e ai ritratti di celebri icone omosessuali come Oscar Wilde.
Il racconto espositivo inizia dal periodo di repressione vittoriana. I primi quadri che vennero esposti dimostrarono come alcuni artisti avessero usato la lecita ammirazione per l’arte greca e romana per creare opere ispirate dalla passione omoerotica.
La mostra si fermava all’anno 1967, con la consapevolezza che gli ultimi cinquant’anni avrebbero potuto raccontare soltanto storie di progresso.
Nel corso della sua storia, l’arte queer ha rivestito un ruolo di primaria importanza in contesti e periodi storici differenti, specie quando le minoranze sono state al centro di eventi drammatici e solo l’arte rimaneva quasi libero arbitrio.
Oggi, 17 maggio, è la giornata nazionale contro l’omotransfobia e nonostante gli innumerevoli passi avanti, l’Italia è ultima in Europa occidentale per il rispetto dei diritti della comunità LGBT e alla luce di questo, probabilmente, non abbiamo ancora nulla da festeggiare.
Autore: PitturiAmo Magazine
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