Partecipare agli eventi - PitturiAmo, il network dei pittori contemporanei che promuove l'autopromozione degli artisti

Ecco perché è necessario pagare per partecipare agli eventi

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In questo articolo ti vorrei spiegare perché richiediamo del denaro quando organizziamo gli eventi e come questi soldi vengono utilizzati. Bisogna pagare per partecipare agli eventi?

Mi rivolgo ESCLUSIVAMENTE a chi pretende di non pagare per partecipare agli eventi.

Riceviamo spesso lamentele (quando va bene) da parte di artisti che non comprendono perché l’organizzazione degli eventi (mostre, estemporanee, concorsi, etc…) richiede una partecipazione economica.

Si va da frasi fantasiose e divertenti quali “…siete voi che dovreste pagare me per esporre le mie tele”, “senza i miei quadri voi non potreste organizzare gli eventi”, “non sapete fare nulla nella vita se non sfruttare i sogni degli artisti” a frasi più ingiuriose e minacciose quali: “dovrebbero arrestarvi tutti quanti”, “impiccatevi”, “denunciateli” e così via.

Tutti gli artisti partecipanti al Premio Arte Milano

Alcuni artisti partecipanti al Primo Premio Internazionale Arte Milano – Partecipare agli eventi

Forse non tutti gli artisti si rendono conto che l’organizzazione di un evento è molto dispendiosa. Se prendiamo il caso del Primo Premio Internazionale d’Arte di PitturiAmo (che si è tenuto a Firenze dal 19 al 21 gennaio 2018) è stato necessario:

  • Affittare Palazzo Ximenes per una settimana (qualche giorno prima e dopo l’evento per consentire l’allestimento delle sale ed il loro ripristino), nel centro storico di Firenze. È molto costoso, davvero.
  • Pagare l’intervento del critico che ha lavorato per selezionare i 10 vincitori;
  • Pagare il lavoro dei critici di PitturiAmo ed Effetto Arte che hanno espresso un giudizio su ogni artista a concorso;
  • Pagare il primo premio in denaro (3.000€);
  • Pagare il trasporto di tutti i quadri da Palermo (dove sono stati spediti da tutti gli artisti che hanno partecipato) a Firenze;
  • Pagare il personale che fisicamente ha allestito le sale prima dell’evento e ha tolto i quadri alla fine della manifestazione;
  • Pagare la stampa di cataloghi, attestati e targhe che sono state consegnate agli artisti;
  • Pagare lo stipendio di circa 7-8 persone (tra lo staff di PitturiAmo e quello di Effetto Arte) che per circa 3 mesi hanno lavorato all’evento;
  • Pagare lo spostamento delle stesse persone a Firenze per una settimana (biglietti aerei, vitto e alloggio);
  • Pagare le spese pubblicitarie su Facebook, Google, via mail, comunicati stampa, etc…(ebbene si, anche queste costano sebbene siano su Internet. E anche parecchio);
  • Pagare la presenza negli stand della Biennale di Venezia, per gli artisti vincitori.

Se pensi che tu – Artista – debba partecipare gratis ad eventi di questo genere chi, secondo te, dovrebbe pagare?

Alcuni mi dicono: “non fai pagare nulla, con una percentuale (20%-30%) derivante dai proventi delle vendite dei quadri (che sicuramente ci sarà durante l’esposizione) ti paghi tutte le spese e ci guadagni anche qualcosina”. Ma quanti quadri dovremmo riuscire a vendere per coprire le spese? Sarebbe un suicidio imprenditoriale! TU LO FARESTI?

Altri mi dicono: “trova uno sponsor che paghi tutto quanto”. Perché un privato dovrebbe rischiare il proprio capitale per promuovere l’arte di artisti sconosciuti? Come dovrebbe rientrare in possesso del capitale investito e, dato che nessuno fa niente per niente, guadagnarci pure qualcosa? Perché dovrebbe investire in una collettiva? Al massimo, un privato, potrebbe investire in un singolo artista, particolarmente dotato, nel quale crede fortemente e dal quale pensa di poterci recuperare le spese dell’investimento. Ma questo significherebbe che il 99,99% degli artisti contemporanei sarebbe inevitabilmente tagliato fuori.

Altri ancora suggeriscono: “Fai pagare il biglietto di ingresso alla mostra ai tanti partecipanti che sicuramente accorreranno numerosi”. Ma se i grandi musei hanno difficoltà a far cassa quando devono mettere in mostra i capolavori dei grandi maestri, come pensi di poter convincere le persone a pagare un biglietto di ingresso per andare a vedere le opere di perfetti sconosciuti? Tu, lo faresti?

Partecipare agli eventi – PitturiAmo, il network degli artisti contemporanei che promuove l’auto-promozione degli artisti

Del resto, se pensassi tu, in prima persona, di organizzare un evento per mettere in mostra la tua arte dovresti sobbarcarti tutte le spese di affitto locale, pagare il critico d’arte che presenti le tue opere e pagare tutte le spese di promozione necessarie per pubblicizzare la tua mostra personale. Sarebbero necessarie diverse migliaia di euro che dovresti uscire tu.

Poiché non esistono finanziamenti pubblici, l’unico modo per esporre le tue opere a costi ragionevoli è partecipare agli eventi collettivi, nei quali tutte le spese organizzative vengono suddivise tra i partecipanti. Poiché, infine, c’è qualcuno che lavora per un certo periodo di tempo per far si che la manifestazione riesca bene, investendo (anticipando) il proprio capitale e accollandosi il rischio di impresa, è giusto che ci sia anche un ritorno economico (se c’è).

Mi permetto quindi di rivolgere io un paio di domande a te, caro artista che non comprendi questi meccanismi:

  1. “prima di pretendere che qualcun altro debba investire nella tua arte ti sei chiesto se tu sei realmente un grande artista, sul quale un privato possa rischiare il proprio capitale? Te lo ripeto: Sei veramente un grande artista? Uno di quelli capace di fare la differenza e lasciare un segno indelebile in questo affollatissimo mondo dell’arte? Uno sul quale si può veramente investire? Sicuro? Non c’è nessuno migliore di te in giro?
  2. “Se sei così sicuro di essere un grande artista, perché non ti dai da fare in prima persona per promuovere la tua arte? Se sei così bravo, sicuramente non avrai alcuna difficoltà ad emergere.”

Se stai pensando che la stragrande maggioranza degli artisti famosi che stanno là fuori non sono neanche loro dei grandi artisti, sono d’accordo con te. Ma qui entriamo in un altro discorso, che potremo affrontare successivamente.

Perché è necessario pagare per partecipare agli eventi d’arte. Te lo spiego con un video

Se comunque non desideri partecipare ad eventi collettivi perché magari li ritieni inutili (in un’altro articolo ti dirò invece perché secondo me sono molto utili), poiché nessuno ti punta la pistola alla tempia, ti chiederei semplicemente di non iscriverti. Evita cortesemente di offendere, lasciando commenti pubblici sui post di Facebook.

Quando riceviamo commenti negativi ed ingiuriosi provvediamo a cancellarli immediatamente. Molti pensano che li cancelliamo perché abbiamo, in effetti, qualcosa da nascondere, perché siamo disonesti.

Li cancelliamo subito perché altrimenti dovremmo querelare immediatamente chi li scrive. Ti ricordo infatti che Facebook è un luogo pubblico e non ti puoi permettere di utilizzare determinati termini.

Se hai altre soluzioni, con le quali secondo te è possibile organizzare eventi d’arte senza far pagare gli artisti (ma anche senza che sia qualcun altro a pagare per te) sarei felice di ascoltarti.

Inviaci i tuoi suggerimenti.

Chissà che non si riesca davvero a trovare una soluzione.

Autore: Nino Argentati

Sono un consulente di web marketing, ovvero curo la presenza online di aziende e professionisti. Realizzo siti web e mi preoccupo di garantire ai miei clienti la massima visibilità online, curando il posizionamento sui motori di ricerca, attivando campagne pubblicitarie mediante e-mail, sui social network o sui motori di ricerca. Studio continuamente per restare al passo con le veloci trasformazioni della rete. Ho realizzato e gestisco PitturiAmo - il portale dei pittori contemporanei con l'obiettivo di aiutare gli artisti a promuoversi online.

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15 Commenti

  1. Sono contento di questo post di Nino Argentati. Sono totalmente d’accordo e smentisce, argomentando coerentemente, le ragioni per cui si deve pagare un servizio che aiuta gli artisti. Personalmente ho partecipato e partecipo a eventi organizzati da Pitturiamo e anche da altre organizzazioni e son sempre stato soddisfatto. Non tutti gli eventi che ci sono in giro sono seri, o accessibili economicamente certo, bisogna saper fare una scelta. Ma a tutte quelle persone che scrivono o si spacciano per esperti sul web e dicono che non bisogna pagare per partecipare….. dico cambiate mestiere!!

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  2. A parità di talento e capacità, questo sistema premia chi ha già risorse e penalizza chi non ha gli strumenti per migliorare la propria condizione.

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    • PitturiAmo fornisce servizi e strumenti per la promozione degli Art. Sarà poi compito dell’artista capire quale servizio è più utile per la propria attività e come sfruttarlo al meglio. Come un qualsiasi imprenditore.

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  3. Credo che pagare sia giusto. Nulla si ha per nulla. Se una persona qualificata organizza a nome mio e giusto che venga pagata. Grazie

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  4. Buongiorno. Dipingo da quando ho terminato l’accademia d’arte, 40anni fa. In parallelo alla mia carriera di attrice teatrale e regista. Non so esattamente come funzionano le cose riguardo alla pittura. So solamente che un’organizzatore teatrale non guadagna mai organizzando spettacoli, a parte il suo salario di direttore la più parte delle volte statale. L’organizzazione di arte è sempre in perdita, per questo viene sovvenzionata da enti pubblici e privati. Per recitare sono sempre stata pagata, non ho mai pagato per potere salire su di un palco.
    Volere mostrare le proprie opere, come volere mostrare uno spettacolo dopo avere fatto tante prove, mi sembra normale e non mi sembra presuntuoso. Dire : “ ma chi credi di essere, Michelangelo, che non vuoi pagare per esporre? “ Mi sembra insultante e ingiusto verso chi lavora e crede nel suo lavoro, .Se proprio l’organizzazione deve essere totalmente privata e senza sponsor innamorati di arte o desiderosi di dichiarare alle tasse un’organizzazione senza scopo di lucro, ( parlo sempre di sponsor, dunque non di lei, signor Argentati) mi sembra più giusto fare pagare le spese organizzative solo a chi è stato scelto per esporre. Ciò ne garantirebbe anche la qualità pittorica. Comunque questa è solo un umile opinione di chi della sua arte né ha fatta una carriera, bazzicando in questo mondo di speranze , di belle esperienze e di imbrogli. Con stima, Sara B.

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    • Buongiorno Sara, grazie intanto per il suo commento.
      Un’esposizione artistica è molto diversa da una rappresentazione teatrale. Non ho esperienza di teatro ma mi sembra che l’attore di teatro venga pagato da una organizzazione che spesso gode di sovvenzioni pubbliche o private e abbia comunque la possibilità di ottenere incassi dalla vendita dei biglietti. Perché c’è un pubblico abituato a pagare per andare a teatro a vedere professionisti che lavorano. Nel caso delle esposizioni (collettive o personali che siano) di autori sconosciuti, dilettanti, nessuno è disposto a pagare e non ci sono sovvenzioni pubbliche. Invece i costi ci sono e sono anche abbastanza sostenuti (come spiegato nell’articolo). Poiché le vendite sono molto scarse se non nulle, chi li dovrebbe sostenere questi costi? Per quanto mi riguarda (ma è la mia visione personale della faccenda) l’unica soluzione è che l’artista si dia da fare in prima persona per sponsorizzare la sua crescita artistica. Fino ad oggi non sono riuscito a trovare altre soluzioni. Non voglio offendere nessuno, non è mia abitudine. L’esempio di Michelangelo è una provocazione finalizzata a fare riflettere l’artista. Un caro saluto.

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      • Buongiorno, la ringrazio per la sua opinione. A me sembra, dico sembra, che ci siano due tipi di gallerie . Quelle che contano, ed è lì che si comperano e vendono quadri d’autore, e quelle dove tutti, amateurs e no, possono esporre a pagamento. Ma nessuno si occupa ne di vendere ne di comperare quadri. Che sarebbe poi lo scopo di chi espone. Vendere. Quando le gallerie vendevano a percentuale, avevano grande interesse per la vendita delle opere, per pagare le spese eccetera..Dunque avevano un ‘agenda ben fornita di persone interessate a comperare, di giornalisti disposti a scrivere articoli sulla manifestazione.Questo faceva anche la nomina della galleria . Fare venire un pubblico Interessato e interessante. Di queste gallerie a pagamento, non si sa mai, e non si dice mai, qual è la percentuale delle vendite, quante persone sono previste al vernissage, se è l’ orrganizzatore ad invitarle o se si aspetta che siano gli artisti a trovare il pubblico. Se sono previsti giornalisti , dove viene fatta la pubblicità affinchè ci siano possibili interessati a comperare quadri nella regione dell’esposizione. ( via mail non è sufficiente, se uno è a Mosca probabilmente non andrà a Rimini a vedere la mostra) . Ecco, niente, ancora questo volevo dire…bella serata o giornata a tutti

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  5. Ho letto l’articolo e sono pienamente d’accordo con lei.
    Se non vuoi pagare per il lavoro che altri svolgono per te nessuno ti costringe passa oltre senza offese.
    Buon lavoro e grazie a lei e tutti gli altri che fanno questo lavoro, se non altro avicinano le persone al arte e promuovono delle cose belle.

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  6. Buona sera, mi chiamo Anna Proietti e proprio adesso mi sono iscritta alla vostra newsletter.Ho letto questo articolo sul pagamento per esporre nelle gallerie.Certamente l’organizzatore ha diritto di chiedere dei soldi che vanno per l’esposizione per le spese inerenti a questa, però ci sono cifre e cifre.Proprio ieri ho scritto su f.b che io non sono d’accordo di far pagare magari 400 euro per un solo quadro anche se si tratti di una biennale. Ho esposto in tante collettive e mai una richiesta così esosa. Io dipingo da molti anni, adesso faccio collages,non mi reputo una grande artista, ma quello che faccio lo faccio per amore e per amore dell’arte. Poichè in tanti anni ho sempre venduto a privati, e guarda un pò soltanto una volta in una mostra pubblica, allora avevo pensato di vendere t semplicemente online.Poichè sono digiuna su questa operazione, mi sono rivolta a Pitturiamo. Grazie mille, e non me ne voglia se sono poco propensa a fare mostre. Perchè oggi tutti noi pensiamo di essere grandi artisti e purtroppo nelle mostre ci sono tante opere piacevoli e tante altre da nascondere.

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    • Buongiorno Anna, le cifre variano in funzione dell’evento, del suo costo e delle adesioni. Non ci sono cifre giuste e cifre esagerate. Al massimo ci possono essere cifre che qualcuno si può permettere di affrontare e cifre che forse non è il caso di spendere. In base alle proprie forze economiche e anche ai propri desideri. Del resto nessuno è costretto a fare nulla. La sua idea di vendere esclusivamente online è perfettamente e totalmente condivisibile, così come quella di tanti altri artisti che invece hanno scarsa dimestichezza con l’informatica e preferiscono dedicarsi prevalentemente alle mostre.

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  7. Io sono pienamente d’accordo che ogni artista che partecipa ad un evento organizzato debba pagare la sua quota partecipativa , non c’è nessuno che lavora senza essere essere pagato e promuove gli altri senza essere incentivato, a meno che non stai facendo volontariato , ma non è questo il caso, il problema è un altro è che tutti gli artisti partecipanti devono essere trattati alla stessa maniera e devono avere lo stesso trattamento e la stessa visibilità e la stessa possibilità , poi i critici che partecipano sono già indottrinati da quello che organizzano l’evento infatti : abbiamo partecipato ad un evento a Milano con la video trasmissione dei quadri, alcuni quadri nella giornata sono stati proiettati fino alla nausea ed altri un paio di volte e così anche per i premi ……… questo è solo un esempio i critici devono fare i critici e non rispondere a quelli che li invitano e li pagano e ecc…ecc…

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  8. Concordo con la risposta : un ente privato che organizza mostre deve essere compensato.
    In Italia esistono tuttavia molte iniziative che, a fronte di una modesta quota di partecipazione, riescono ad organizzare eventi di buon livello.
    In qualità di pittore neo iscritto a “Pitturiamo” non conosco le politiche da voi utilizzate e quindi non mi permetto di esprimere giudizi.

    Cordiali Saluti

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  9. Caro Nino in parte sono d’accordo con te ma credimi che in giro ci sono troppe persone che approfittano dell’inesperienza di alcuni “artisti” per spillare soldi.Io ti dico che si puo’ organizzare un evento senza fare pagare nulla o molto poco agli artisti e ti spiego subito.Nel 2014 organizzai una mostra personale da sola e quando dico da sola credimi perche’ mi sono fatta un mazzo tanto.Il segreto e’ che ci vuole tanta determinazione.Da sola ho cominciato a girare x i negozi illustrando il mio progetto e chiaramente chiedendo un contributo da parte loro in cambio ovviamente di pubblicita’,
    ho chiesto contributi a varie banche dove x fortuna ho avuto riscontro poi ho pensato pure di fare un sorteggio e con la vendita dei biglietti sono riuscita non solo a rientrare nelle spese ma anche a fare beneficenza a un ‘associazione che ha partecipato alla mostra, e in piu’ ho avuto il privilegio di ospitare un talento internazionale (fotografo- attore- regista)Dan Warner con il quale ha esposto insieme a me con le due foto.La mostra ha avuto tanto successo a livello di presenze ma come vendita quadri mi aspettavo di piu'(purtroppo Caltanissetta la conosciamo bene non e’ una buona piazza x fare arte).Quindi io dico che se avessi dovuto pagare di tasca mia ci avrei rimesso sicuramente.E quindi mi chiedo, ne vale la pena investire denaro x una mostra che non ti assicura neanche di riprenderti le spese?
    Nella mia vita ho partecipato a molte mostre al massimo mi hanno chiesto una piccola quota di iscrizione,chiaramente ogni giorno mi arrivano inviti x partecipare a mostre che si tengono a Milano,Londra, Parigi ecc….Ma appena leggo cifre pazzesche scarto subito perche’ si capisce bene che e’ solo bisness e che ti vogliono solo spillare soldi.
    Con affetto Marcella.

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    • Quindi Marcella, mi stai dando ragione, ma totalmente non in parte. Tu per organizzare la TUA mostra ti sei impegnata parecchio per trovare i soldi dagli sponsor, vendite biglietti e quant’altro. Perché ovviamente senza soldi non l’avresti potuta realizzare. Quindi i soldi ci vogliono. Se tu avessi dovuto fare tutto questo lavoro per altri artisti e non per te stessa, l’avresti fatto gratis? Non credo proprio. Sono sicuro che avresti chiesto un compenso proporzionale all’impegno impiegato e all’evento stesso. PitturiAmo promuove l’autopromozione degli artisti. Ovvero cerca di far capire agli artisti che se si vogliono far conoscere si devono dare da fare in prima persona, come hai fatto tu stessa, in pratica. Ma molti artisti comunque non vogliono o non sanno come fare, quindi se ci deve pensare qualcun’altro a fare il lavoro che dovrebbero fare loro stessi è giusto che questo qualcuno ci guadagni qualcosa e faccia quindi business (che è un termine con un’accezione positiva e non negativa come a volte, anche tu stessa, lasci intendere). Come fai a dire che quando chiedono troppo è chiaro che ti stanno spillando soldi? Per poterlo dire dovresti prima sapere quanto costa l’evento in questione, quanti artisti parteciperanno e quanto paga ogni artista per partecipare. Allora si che puoi farti 2 conti. Ma senza queste informazioni non sei in grado di dire se l’evento è troppo costoso oppure no. È chiaro che non puoi paragonare l’evento organizzato a Villa Barile a Caltanissetta con quello organizzato nel centro storico di Firenze. Infine, io credo che tu stia facendo come quella famosa signora della pubblicità: “Stai sbagliando candeggio!” Questi eventi non sono fatti per vendere quadri ma per crescere professionalmente. Non sarà certo a Firenze/Milano/Roma/New York che tu venderai i tuoi quadri e ti riprenderai i soldi spesi (può succedere, ma è improbabile). La partecipazione a questi eventi dovrebbe essere un investimento sulla tua professione. Quando torni a casa con un bel premio, vinto a Firenze, rilasciato da un critico di fama internazionale quale Levi/Sgarbi/Daverio etc…puoi dire ai tuoi acquirenti che i tuoi quadri valgono di più e quello che prima ti vendevi a 500€ ora te lo puoi vendere a 800€. Se invece ai tuoi clienti gli dici che hai fatto una mostra nel locali di Banca Nuova, in corso Umberto a Caltanissetta…i tuoi quadri varranno esattamente come prima. Un abbraccio.

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