Itinerari Modenesi: le 5 residenze d’epoca più belle da visitare a Modena
Per chi si trova ancora in vacanza e ha voglia di visitare chiese e palazzi storici deve recarsi nel territorio modenese per trascorrere momenti all’insegna della cultura e dell’arte.
Un’ulteriore spunto per chi ama l’arte e ha voglia di approfondire luoghi ancora inesplorati disseminati lungo tutto il perimetro della nostra penisola italica. Solo così l’arte può entrare efficacemente in rapporto dialettico con l’osservatore con una realtà così articolata, stratificata come quella contemporanea.
Ma anche e soprattutto per compendiare curiosità e interesse verso il nostro patrimonio artistico italiano tra stili, espressioni e linguaggi, trovando punti di contatto inediti e suggestivi.
Il territorio modenese non è ricco solo di castelli e antiche chiese, ma mostra anche palazzi nobiliari e residenze d’epoca che conservano tutt’oggi affreschi, statue, grandi saloni cerimoniali e bellissime storie da raccontare.
Ecco 5 palazzi d’epoca da andare a visitare:
COLLEGIO SAN CARLO (MODENA). E’ una delle principali istituzionali culturali della società modenese. Fondato nel 1626 dalle famiglie nobili della città divenne centro della formazione universitaria, finché nel 1772 il duca Francesco III non decise di istituirne una ducale. L’edificio attuale è però la ristrutturazione del 1664, e al suo interno infatti racchiude tutti i segreti e le bellezze dell’arte barocca. Un grande atrio affrescato accoglie il visitatore, conducendolo a destra allo scalone monumentale che si dirige alla Sala dei Cardinali, esempio di arte del primo Settecento, mentre proseguendo si trovail teatrino settecentesco. Da visitare anche la cappella di metà Ottocento.
PALAZZO SOLMI (MODENA). Il palazzo è famoso non tanto per gli affreschi ma per la sua importante storia. Costruito e ristrutturazioni da famiglie come Bellentani e Angoni, si affaccia sulla via Emilia, raccontando una storia che inizia già nel Cinquecento. Bellissimo il cortile che racchiude ancora segni del rinascimento tra cui lo scalone monumentale elicoidale. Divenne famoso, come dicevo, nel 1796 quando Napoleone Bonaparte posa all’interno del palazzo il quartier generale dell’esercito ed indisse il primo congresso per la redazione della costituzione della Repubblica Cispadana. Durante la Repubblica Cisalpina, invece, era il luogo in cui si riuniva il governo del Dipartimento del Panaro. Pochi lo sanno ma il tricolore italiano venne sventolato per la prima volta in questo periodo proprio sul palcone del Palazzo Solmi.
PALAZZO SANT’AGOSTINO (MODENA). E’ facile da riconoscere perché occupa tutto Largo Sant’Agostino. Venne fondato dal Duca Francesco III nella seconda metà del XVIII secolo e venne dedicato all’assistenza dei più poveri e degli invalidi su progetto di Alfonso Torreggiani. Il complesso già da allora presenta la curiosia chiesetta di San Nicolò e il teatro anatomico. Osservando la porta d’ingresso si nota una mano aperta, simbolo dell’Opera Pia Generale dei Poveri che qui aveva la sua sede. A destra dell’ingresso si accede alla farmacia settecentesca dell’ospedale, arredata con mobili originali e affrescata con i volti dei padri della medicina. Oggi il complesso ospita mostre di fotografia e punta a diventare sede di istituzioni culturali e negozi grazie al progetto di Gae Aulenti. Ospita inoltre la Biblioteca Estense e la Biblioteca Poletti, ma anche il Centro Linguistico per l’ Internazionalizzazione dell’Università e il Centro per la Fotografia.
VILLA AGAZZOTTI (COLOMBARO). La Villa Maria al Tiepido, è conosciuta con il nome di Agazzotti, in quanto venne edificata alla fine del XIX secolo da Francesco Antonio Maria Aggazzotti. Situata a Colombaro è immersa in un parco secolare al centro di una azienda agricola biologica ed è visibile da lontano grazie alla torre dell’orologio che spunta tra gli alberi. La villa è ricca di affreschi che fanno dell’edificio il luogo ideale per rivivere le emozioni di un passato glorioso, una vera e propria opera d’arte, grazie alle raffigurazioni parietali del pittore e scenografo Andrea Becchi.
VILLA BICE MARANELLO (POZZA). Non si conosce ancora l’esatta data di edificazione della Villa Bice di Pozza di Maranello, che dovrebbe aggirarsi a metà dell’Ottocento, ma si è sicuri che dopo la ristrutturazione del 1930 a cura dell’architetto veneziano Gatti Casazza, essa tornò agli splendori di un tempo. Agli inizi degli anni ’70 la villa fu acquistata da Umberto Severi, grande amante dell’arte, che inizio’ una collezione di opere di scultura contemporanea ancora oggi in parte visibile nel parco. Dal 2010 la villa e il parco sono location di eventi e matrimoni, grazie anche alla rivalorizzazione effettuata dalla famiglia Degli Antoni.
Autore: Antonio Castellana
Rientra negli obiettivi principali di Antonio Castellana promuovere l’arte nella sua accezione più ampia attraverso i canali non soltanto del giornalismo e della critica d’arte, ma in particolar modo attraverso l’organizzazione di mostre d’arte e di eventi ad hoc per la riqualificazione del territorio e la valorizzazione delle espressioni artistiche moderne e contemporanee. Scopri di più su Antonio Castellana