Gli artisti si raccontano: Francesco Savoldi, in arte StoneOne





Francesco Savoldi in arte StoneOne – musicista contemporaneo – @Kingstone.eone
Intervista a Francesco Savoldi, in arte StoneOne
a cura di Anna Soricaro
Una combinazione speciale
Anna Soricaro: Da sempre l’arte visiva e la musica dialogano appartenendo ad uno stesso spazio. So che lei è un musicista e lo è in modo innovativo e speciale perché affianca la produzione visiva dell’arte realizzata attraverso fotografie e video alle sue creazioni musicali. Ma esattamente di cosa si occupa e come combina queste due arti?
Francesco Savoldi: Mi occupo di musica Hip Hop e di fotografia, la verità è che studio da sempre l’arte nelle sue sfaccettature, ad esempio studio il sax da circa 10 anni, ho studiato tanto qui a Milano. Prevalentemente mi occupo di musica e mi piace abbinare la musica alla fotografia e alla video art. Mi piacciono i dischi come espressione musicale che sono, in realtà uno strumento che dà vita alla musica. Ogni pezzo viene creato per un disco, il mio disco intitolato SHAOLIN, non ancora online, ma di cui ci sono solo copie fisiche. Il disco è il primo approccio di musica ed arte grazie alla collaborazione con il fotografo Federico Ranieri che ne ha curato la copertina. SHAOLIN è il nome di un certo tipo di monaci guerrieri, è un titolo che richiama l’unione di opposti che fonda l’armonia musicale, come stratificazioni di fasi alterne, come sentimenti contrastanti che nello sviluppo di un motivo musicale trovano soluzione sviluppando una storia. È basato su una capacità introspettiva e meditativa che ha la musica attraverso unione di opposti, come cielo e terra, luce ed ombra, bene e male richiama un concetto taoista.

Francesco Savoldi, in arte StoneOne – Visione del mondo – @Kingstone.eone
Anna Soricaro: Mi ha parlato di musica Hip Hop, in realtà è un fenomeno culturale che si estende ben oltre la musica. Ha influenzato profondamente anche l’arte visiva creando una connessione unica tra le varie espressioni creative. La cultura Hip Hop ha trovato la sua espressione più visibile nei graffiti, mezzi comunicativi che definirei ‘potenti’. Inoltre, l’hip hop ha ispirato il design della moda, l’architettura e perfino il linguaggio visivo del marketing. Questo è grandioso a mio avviso, lei come intende attivare questo connubio, da cosa trae ispirazione? Ha un obiettivo che intende perseguire? Se dovesse disegnare la copertina di un altro suo disco, quali colori utilizzerebbe?
Francesco Savoldi: Si, vero, il genere Hip Hop è molto particolare perché in esso molte arti si incontrano. Mi chiede da cosa traggo ispirazione, beh, penso all’arte del neorealismo cinematografico e narrativo e, nella vita quotidiana, dalla visione di molto altro oltre noi, come le persone incontrate soprattutto poche volte. Sì, gli incontri sporadici che poi spariscono. La musica è un viaggio da un’emozione ad un’altra e il sentimento primordiale è la passione che esprimerei, senza dubbio, con il rosso. Ed è rossa, ad esempio, la tensione da cui nasce il jazz. Anche il nero fumé mi ispira molto, è come una concentrazione rilassante. La musica è una dimensione solitaria come guardare il mondo da una finestra, come se fossi in un sottomarino, è un orizzonte.

Francesco Savoldi, in arte StoneOne – Copertina del disco SHAOLIN
Anna Soricaro: Il connubio tra arte e musica è un tema affascinante, entrambe le forme d’arte condividono l’obiettivo di suscitare emozioni, raccontare storie e trasmettere idee, spesso ispirandosi a vicenda per creare qualcosa di unico. Nell’arte visiva, la musica è stata spesso raffigurata come soggetto principale, penso ai suonatori di liuto di Caravaggio o le rappresentazioni cubiste di strumenti musicali di Picasso. Nella musica, invece, i compositori hanno tratto ispirazione dall’arte visiva per creare pezzi che evocano immagini o atmosfere. È interessante notare come l’arte e la musica si siano evolute insieme, influenzandosi e riflettendosi l’una nell’altra. Cosa influenza, invece, la sua musica? Ci saranno connessioni con questo binomio storico?
Francesco Savoldi: I ricordi influenzano tanto la mia musica perché i ricordi sono curativi ed ispirano. Ma poi c’è anche la malinconia data dai ricordi. Ma non solo, ci sono gioia e rabbia che sono sentimenti contrastanti e si passa dalla malinconia alla serotonina che dà felicità, sempre grazie ai ricordi. La musica e l’arte allungano la qualità della vita e stimolano l‘introspezione. Elaborare i ricordi aiuta a non sedimentarli. Per scrivere i testi mi baso sulle immagini che divengono il mio orizzonte perché ogni orizzonte è un passaggio ad altro. Vivo la musica per la realizzazione di un sogno, del mio sogno, per questo non potrei non vedere connessioni, soprattutto con eventi tra art visual e musica. Immagino, come grande sogno, di creare sinergie con video maker e fotografi oltre a creare un gruppo musicale tutto mio. Io sono un produttore musicale, produrrei per un video maker, quale combinazione migliore?

Francesco Savoldi in arte StoneOne – Retrocopertina disco SHAOLIN
Anna Soricaro: Nel mondo contemporaneo, l’interazione tra arte e musica si è ampliata grazie alla tecnologia. Nell’arte abbiamo visto l’introduzione dell’IA non solo per ispirare, ma come gesto creatore di opere d’arte che riescono anche a prendere vita. Nell’ambito musicale c’è l’autotune diventato oggi uno strumento iconico nella musica contemporanea, sia come supporto tecnico sia come scelta stilistica. Inizialmente sviluppato per correggere piccole imprecisioni nell’intonazione delle voci o degli strumenti, si è evoluto in un mezzo creativo utilizzato per dare un effetto unico e futuristico alle performance vocali. Questi mezzi consentono un superamento dei confini tradizionali, trasformando l’arte e la musica in un dialogo dinamico che coinvolge tutti i sensi. Tuttavia, l’uso dell’autotune è spesso oggetto di dibattito, lei cosa ne pensa a proposito?
Francesco Savoldi: L’autotune è distruzione creatrice, come l’IA. L’accessibilità ai mezzi cambia perché cambia la produzione. In prima fase penso a qualcosa di negativo, perché c’è come una restrizione a pensare che possano essere male utilizzati. Ma c’è anche un lato positivo, ed è che avvicinano tutti, molte più persone alla musica e a tanti generi artistici. Sia come creatori che come fruitori. Allo stesso tempo credo che ci sia anche un appiattimento ed una dispersione nell’ascoltatore. Come tutto, alcuni lo vedono come una mancanza di autenticità vocale, mentre altri lo considerano uno strumento innovativo che arricchisce le possibilità creative. Sono un produttore musicale con un grande ambizione, per ora inseguo la mia ispirazione di cui ho voluto parlarvi e di cui troverete ogni informazione sul mio canale Instagram @Kingstone.eone che è l’unione di Kingston, una città della Jamaica e il mio nome d’arte StoneOne. Sono legato alla cultura rastafariana della popolazione per un fatto spirituale di trasmissione dell’energia. Mi piace pensare che ogni cosa abbia un significato che si può scatenare da un dettaglio, un fuoco, da una scintilla.
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“Gli artisti si raccontano”
Le interviste di PitturiAmo
Guarda le foto di questo artista, realizzate dal fotografo Federico Ranieri
Autore: Marcella Mondo
Marcella Mondo, laurea in ingegneria, è un'esperta di Web Marketing che coopera, da anni, con PitturiAmo. Da sempre appassionata di arte, ricopre il ruolo di Capo Redattore del Magazine. Ha maturato una forte esperienza nel campo dell'Arte, approfondendo gli studi sulla materia e affinando il suo occhio critico verso l'estetica e la bellezza delle opere d'arte.



