Gli artisti si raccontano: Stefano Catalini - Studio per muro 3 - 019 - Tecnica mista su carta applicata a legno - 72x100cm

Gli artisti si raccontano: Stefano Catalini

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“Un grande artista pervaso da una voglia di riflessione continua…” – Stefano Catalini

Le interviste di PitturiAmo - Stefano Catalini, artista contemporaneo

Le interviste di PitturiAmo – Stefano Catalini, artista contemporaneo

L’intervista a Stefano Catalini, artista contemporaneo

Stefano Catalini è un pittore contemporaneo, iscritto su PitturiAmo, che è stato intervistato dalla Dottoressa Anna Soricaro, Collaboratrice di PitturiAmo e Gallerista. L’artista ha risposto alle sue domande come segue:

Ho avuto la fortuna di studiare le sue opere di persona, coglierne addensamenti, ricerca e studio. Dietro ogni opera c’è un lavoro certosino che è prima mentale e poi gestuale e questo, della sua arte, mi ha sempre incuriosita. C’è una formazione artistica che l’ha portata ad una tale sperimentazione materica nelle opere?

Sono docente di storia dell’arte al liceo da vent’anni, ho una formazione artistica perché ho studiato all’accademia che mi ha consegnato, al termine del ciclo di studi, la possibilità di definirmi ‘pittore’.

Da bambino giocavo con materiali ed avevo sempre le mani sporche di colore.

Credo sia nata così la mia pittura, un po’ per caso e un po’ per studio, la pittura materica non l’ho sempre attuata, prima di essa mi occupavo di figurazione.

Se mi chiedessero di pensare ad un aggettivo che la definisce direi: concreto. Lei è concreto nelle sue opere tangibili e materiali che pare invitino a scrutarle e toccarle. ‘Informale materico’ è il suo stile e ritengo che la sua grandezza non stia solo nella pratica artistica che adotta una varietà di materiali, ma soprattutto nel modo in cui lei interviene su di essi. La sua è una pittura spaziosa, impassibilmente razionale, tipica di uno sperimentatore, una pittura di ricerca, quanto è fondamentale la tecnica nella creazione delle sue opere?

Credo di essere un pittore realista perché traggo ispirazione dalla quotidianità per identificare in pittura alcuni spaccati della realtà. La tecnica per me è fondamentale.

Una mia opera si costruisce: c’è prima l’idea, poi il bozzetto, poi il trasporto della bozza sulla superficie di lavoro, poi la posa della materia e infine il colore.

La parte più affascinante è il trasferimento sul supporto perché ogni volta il trasporto crea una suspense incredibile. Fisso tutto con il disegno perché è lì che nasce e si blocca l’idea. Ogni tecnica che utilizzo è il frutto di più regole combinate, rispolvero anche metodi di pittura antichi come l’encausto o la tempera grassa.

Ha proprio ragione, io non posso fare a meno di sperimentare!

Definirei la sua arte ‘intellettuale’ per uno stile che invita alla meditazione silenziosa. La materia, con lei, acquisisce uno stile inconfondibile, un volume grandioso e definito. Ogni apporto materico pare essere al posto giusto, tutto si inserisce armonicamente in uno spazio perfetto e razionale, costruito con attenzione. Lei ha una maestria unica nel modellare la materia, ci spieghi come giunge ai suoi risultati che sono sempre di grande impatto.

Utilizzo diversi materiali, il legno, il ferro, gli intonaci, la sabbia, la colla, il cartone, ma tra tutti il carbone è quello che preferisco perché mi dà sensazioni di essenzialità, produce segni che non so spiegare, inimmaginabili. 

Qualsiasi elemento è fondamentale, ma la manualità è la sola forza che diviene cardinale.

Le mie opere godono di un bagaglio visivo fatto anche di combustioni e frammenti. Ogni opera è un vissuto. Anni fa mi è capitato di coprire i miei lavori fino a quando non ho creato una sedimentazione su di essi: ora non lo faccio più. Forse era solo una sperimentazione giovanile.

C’è una straordinaria coerenza nelle sue opere, lei attua composizioni sempre inquadrate, mai esagerate. Forme, colori, materia paiono inserirsi ordinatamente in quello che è il suo bozzetto. L’utilizzo di una materia tanto corposa lascia pensare che lei tenda quasi a sostituire il colore, le ombre e le forme della pittura con ‘pezzi di realtà’ che vengono plasmati e poi ricuciti su tela. È una mia sensazione quella che mi fa pensare che il colore sia secondario? A suo avviso i colori interferiscono o si alleano con la ricerca materica?

Ho una voglia di riflessione continua, non arrivo alla scelta del colore con facilità, è un percorso lento. I lavori hanno due spazi: uno che viene identificato ed elaborato per la materia ed un altro che riguarda l’aspetto cromatico che è molto lungo.

Difficilmente utilizzo colori freddi, uso tutte le terre, anche i verdi sono marci. Sono ispirato dalla realtà, ho avuto un trascorso da creativo sia in proprio che come dipendente lavorando in molti settori.

Poi dagli anni Novanta sono giunto al pc. Sono convinto che nel mio percorso pittorico si percepisca tutta questa mia esperienza. Al colore arrivo per assonanze perché ‘l’opera deve funzionare’.

Durante l’ultimo periodo di accademia ho sperimentato anche l’informale e la gestualità, lì il colore aveva una potenza fondamentale, ora giunge a completare. E’ stato nel 2000 quando tutto è cambiato, ora c’è tanta riflessione nelle mie opere, è una pittura senza dubbio ‘meditata’.

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“Gli artisti si raccontano”
Le interviste di PitturiAmo

Guarda alcune opere di questo artista o vai al profilo di Stefano Catalini su PitturiAmo.

Autore: Marcella Mondo

Marcella Mondo, laurea in ingegneria, è un'esperta di Web Marketing che coopera, da anni, con PitturiAmo. Da sempre appassionata di arte, ricopre il ruolo di Capo Redattore del Magazine. Ha maturato una forte esperienza nel campo dell'Arte, approfondendo gli studi sulla materia e affinando il suo occhio critico verso l'estetica e la bellezza delle opere d'arte.

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