Gli artisti si raccontano: Sandro Floreani
“Le sculture di Sandro Floreani e la ricerca della loro anima… “
L’intervista a Sandro Floreani, artista contemporaneo
Lo scultore Sandro Floreani ha risposto alle domande sulla sua arte come segue:
Quando ha iniziato ad occuparsi di arte e quali sono state le motivazioni?
Ho iniziato ad interessarmi di arte sin da giovane, mi coinvolgevano particolarmente le materie artistiche con risultati scolastici incoraggianti. Successivamente, ho deciso di orientarmi a studi diversi che mi hanno portato a realizzare, direi con successo, una carriera aziendale che mi ha dato notevoli soddisfazioni.
Ho sempre però avuto una spinta emotiva verso l’arte, che in quel periodo non potevo concretizzare. A un certo punto, ho ritenuto che fosse arrivato il momento di cambiare vita e, dopo aver concluso l’attività imprenditoriale, ho iniziato ad occuparmi di arte frequentando corsi ed approfondimenti con artisti importanti.
Fortunatamente abito a Milano dove, di certo, non mancano le opportunità di formazione artistica e un grande numero di mostre ed esposizioni ai più alti livelli internazionali.
In quale direzione artistica ha ritenuto di orientare i suoi interessi?
Ho conosciuto durante esposizioni personali, artisti che facevano pittura con notevole esperienza nelle varie tecniche, uno di questi persino pittura su stoffa e seta ed aveva anche insegnato a Brera. A questi mi sono rivolto in quel periodo e posso dire di avere avuto la fortuna di ottenere un importante insegnamento ed aggiornamento artistico. Nonostante ciascuno di essi avesse un “suo stile”, cercavo di comprendere le loro emozioni creative, ma desideravo essere libero da formalismi o schemi pittorici. Ho realizzato successivamente decine di opere nelle varie espressioni artistiche.
E come è arrivato alla scultura?
È stato un caso, una decina di anni fa. Mi interessavano le varie proposte di incontri guidati ad esposizioni. Una di queste prevedeva la vista ad un centro culturale, in cui operavano diversi artisti con esposizione delle loro opere. Alcuni erano nomi noti anche a livello internazionale ed operavano non solo nella pittura, ma maggiormente nella scultura.
Sino ad allora era per me abbastanza sconosciuta e quasi misteriosa, pur restando affascinato quando vedevo nelle varie esposizioni e mostre con opere in marmo, bronzo e terracotta. In quell’occasione ho conosciuto un’importante artista, le cui opere mi piacevano moltissimo e mi ha dato una notevole motivazione per orientarmi a fare scultura.
Quali sono i tipi di scultura che la interessano particolarmente?
Direi certamente il figurativo, in particolare i busti femminili. Vedevo che nella loro realizzazione, nella meticolosità di curare i particolari, partendo praticamente da un pezzo di argilla e modellando con passione ciò che pensavo, nasceva gradualmente l’immagine che mi rappresentavo, che mi ero creata nelle mie aspettative.
Proseguire, mi dava emozioni che si concretizzavano sempre di più man mano che arrivano alla fine dell’opera.
Aveva un modo di interagire con le sue opere d’arte?
Certamente. Nella loro realizzazione, le opere avevano una loro intrinseca personalità. Era un dialogo reciproco, ma mai chiaro sino in fondo. Lasciavano intuire una parte di se stesse, l’altra restava comunque nascosta. E poiché, come si dice, gli occhi sono lo specchio dell’anima, ho ritenuto di trasmettere questo pensiero nelle opere.
Ho evidenziato, in particolare, un solo occhio della figura, quello che in teoria evidenzia la soggettiva immagine della persona, mentre l’altro rimane coperto, sconosciuto, e fa riflettere sulla personalità nascosta del personaggio, su quella che è la sua anima, come fosse una persona umana.
Ci sono altri punti in questo suo sviluppo artistico che vorrebbe evidenziare?
In ogni nuova opera ho sempre cercato di fare un passo avanti rispetto all’ultima opera fatta, benché mi avesse dato importanti emozioni, e di sforzarmi di fare qualcosa di diverso, di non ripetermi e dedicare tempo a riflettere sulle possibili evoluzioni artistiche.
Ho pensato, quindi, di passare alla scultura in bronzo, per me sino ad allora ammirata, ma sconosciuta. Ho trovato una fonderia artistica specializzata, che mi ha dato tutto il suo appoggio, facendomi conoscere i segreti della scultura, dall’inizio sino alla fase finale, evidenziando, dove necessario, l’intervento dell’artista e dove invece vi era capacità ed esperienza tecnica realizzativa dell’opera.
Successivamente, ho voluto conoscere meglio un’antica tecnica orientale, la ceramica Raku, artigianato di notevole fascino. Ho incontrato artisti in questo ambito, che mi hanno aiutato a comprendere questa tecnica e la sua filosofia. In seguito ho effettuato alcune opere Raku.
Le è servita in qualche modo la sua esperienza pittorica precedente nella realizzazione delle sculture?
Sono d’opinione che se una persona realizza opere d’arte e si è interessato a tecniche diverse, come ad esempio la fotografia, la pittura e la scultura, porta in ogni nuova creazione una parte della sua esperienza, talvolta con volontà, altre volte in modo inconscio.
Nella scultura ho cercato di fare qualcosa di nuovo, sempre però con il pensiero di cercare quasi una sintesi tra la mia esperienza pittorica e la scultura. È per questo che le mie sculture hanno del tutto o in parte alcune parti dipinte e, per non fare torto alla mia convinzione che la tecnica ad olio sia una delle migliori espressioni della pittura, nelle mie sculture il colore viene effettuato proprio con questa tecnica.
C’è un’opera artistica scultorea di cui va particolarmente fiero e che vorrebbe evidenziare?
Si. Ho dedicato molto tempo alla sua realizzazione, che ha comportato non pochi problemi tecnici, ma alla fine sono riuscito a concluderla come mi ero immaginato. Ho pensato alla figura femminile, che è il riferimento di molte mie opere e alla sua evoluzione, in particolare negli ultimi decenni in cui si è realizzata sempre maggiormente nella società in tutti i campi: sportivo, culturale, politico, artistico. È stata una crescita con notevole impegno, dinamismo e convinzione.
Direi una “donna guerriera”, uscendo dallo stereotipo che il combattente in battaglia sia una prerogativa maschile. Con queste premesse, ho realizzato Thirya, la “donna guerriera” che esce fluida con impeto e sicurezza da una parete, che simbolicamente rappresenta il mondo in cui era stata rinchiusa per secoli e da cui finalmente ha cercato di liberarsi.
La figura che si muove elegante ed esce dal diaframma, la sua pulsione dinamica mi ha coinvolto con il suo movimento e mi ha reso partecipe dell’azione, che ritengo divenga evento innovativo ed importante. La meccanica della sua mente non è del tutto evidente, e l’occhio nascosto rimane comunque al di là della visione formale, rimane l’immaginazione di stati d’animo di non semplice ed immediata interpretazione.
Cosa pensa dell’arte in generale e ritiene che vi siano limiti alla sua valutazione?
Chiarirò la mia opinione, che richiederebbe chiarimenti più ampi, in poche parole. L’arte deriva da caratteristiche uniche fra gli esseri viventi: il pensiero e la creatività. Queste hanno fatto evolvere la civiltà allo stato attuale, con il contributo di miliardi di uomini.
La creatività realizza l’uomo e, soprattutto nell’arte, va rispettata senza vincoli e limiti precostituiti. Quanto questo sia vero ci è stato insegnato, ad esempio, dalla storia artistica dell’ultimo secolo, in cui rifiuti iniziali di critica su diverse opere hanno portato poi a riconoscere notevoli personalità artistiche.
La valutazione del valore singolo dell’opera d’arte è un discorso diverso. I criteri evolvono e cambiano nel tempo, sono un patto sociale e questo è estraneo alla creatività individuale dell’artista, che a mio parere in ogni caso va osservata e rispettata in ogni sua forma espressiva.
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“Gli artisti si raccontano”
Le interviste di PitturiAmo
Guarda alcune opere di Sandro Floeani:
Autore: Marcella Mondo
Marcella Mondo, laurea in ingegneria, è un'esperta di Web Marketing che coopera, da anni, con PitturiAmo. Da sempre appassionata di arte, ricopre il ruolo di Capo Redattore del Magazine. Ha maturato una forte esperienza nel campo dell'Arte, approfondendo gli studi sulla materia e affinando il suo occhio critico verso l'estetica e la bellezza delle opere d'arte.