Gli artisti si raccontano: Oscar Coffani
“Oscar Coffani ha fatto della materia il punto di appoggio per la sua fantasia.”
Oscar Coffani è un artista contemporaneo iscritto a PitturiAmo.
Dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo (Mn) si iscrive alla Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, dove consegue a pieni voti e lode il diploma accademico in Pittura nel 2003.
In seguito approfondisce i suoi studi presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, dove si diploma con una tesi sull’approccio fenomenologico.
I suoi principali punti di riferimento sono l’astrattismo lirico, il pensiero di Kandinsky, l’informale, l’arte gestuale e segnica.
Nella sua ricerca pittorica si avvicina all’arte astratta e ad una concezione del colore come entità viva, in grado di interagire con l’interiorità dell’artista e del fruitore dell’opera. Nel corso del tempo ha approfondito tematiche riguardanti il mondo del simbolo.
La sua produzione artistica si suddivide in 3 cicli pittorici: Paesaggi interiori, Informale, i Ritratti.
L’intervista ad Oscar Coffani
L’artista lombardo Oscar Coffani, ha rilasciato una intervista ad Anna Soricaro, critico, gallerista e perito d’arte di PitturiAmo.
Conosciamo insieme il suo pensiero e le sue opere.
A.S Quando mi sono approcciata alla sua arte, ho individuato differenti ricerche, in tutte ho percepito uno studio attento, meticoloso e soprattutto emozionale in talune opere. Ogni genere di composizione si presenta in modo essenziale, semplice e per questo affascinante. L’ho vista spaziare dai paesaggi che lei definisce ‘interiori’, all’informale, passando per i ritratti e la serie ‘gold’ dedicata alle opere del 2022. Cosa ispira questo spaziare tematico? Da cosa trae motivo per le sue creazioni?
O.C. I miei sono paesaggi interiori, frutto della mia mente arguta ed ingegnosa. Non sono reali, i soggetti sono immaginati insieme ai colori che vengono poi modificati quando mi metto all’opera. Lo stesso avviene per i ritratti: non sono persone reali, sono persone che fanno parte di me. Deve sapere che ogni mia opera d’arte è una riflessione su tela o meglio quella che io definisco ‘una sinfonia’.
A.S. Ogni opera gode di uno spessore cromatico che è il tratto identificativo della sua arte. Gli addensamenti, gli ispessimenti danno forza e vigore alle opere lasciando che il colore sia la vera forza di una ricerca così straordinariamente originale. Ogni opera è concentrazione di un simbolismo grandioso che raggiunge vertici epocali. C’è un’unione tacita e silente tra lei e le sue opere e nelle creazioni si percepisce la trasposizione di un’intima riflessione e di un segreto sentire, ci spieghi il senso della materia. Come crea i suoi dipinti? Che valore affida alla materia che appone su di essi?
O.C. La materia è importante, utilizzo il colore ad olio, ma la materia è un punto di appoggio per la fantasia. I colori utilizzati sono sempre puri, mai diluiti e a questo aggiungo l’uso della foglia oro, di materiali raffinati che ricordano l’anima splendente. Lo stucco, la juta, la carta e agli addensamenti sono spessori che nobilitano la tela. Quando dipingo scelgo un colore e poi lo combino in modo che ci siano risultati migliori. Attualmente la mia ricerca si basa sul verde e sull’oro, in precedenza era orientata sul blu oltremare.
A.S. Abbiamo parlato della pluralità della sua ricerca artistica, delle diverse tematiche e del filo conduttore dato dal colore. Ci sono diversi periodi di creazione e in ognuno il colore assume un senso diverso. L’ho vista spaziare dal rosso al nero al giallo e al blu con una maestrìa grandiosa: ora gli alberi dalle radici evidenti, ora le vibrazioni di un astratto, poi lo studio della natura e ancora i ritratti sempre così diversi. Tutto mette in luce la sua poliedricità, il suo spirito artistico intimo che fuoriesce con la pittura, ci parli delle varie fasi della sua arte, della speciale armonia di cui godono. Sono opere improvvisate o tutto nasce nel suo intimo e si sviluppa su una bozza?
O.C. Le prime opere hanno rappresentato i paesaggi interiori, sono opere più eleganti, realizzate con la consapevolezza che fossero più equilibrate. Questa nuova ricerca utilizza pochi colori che vengono meditati e poi successivamente applicati. Nella precedente c’era una predominanza dell’istinto, ora c’è più meditazione. Con l’astrazione scelgo un colore dominante da cui poi derivano le varie combinazioni. C’è sempre un centro luminoso circondato da colori ed è proprio quel centro che vibra e scatena tutte le cromie. Nell’astrazione c’è un incontro tra buio e luce. Nella figurazione c’è terra e cielo. Così si identificano tre zone nelle mie opere, nella figurazione si riconosce il punto di luce che è spesso al centro, poi c’è la terra e il cielo. Nell’astrazione al punto di luce segue il buio e solo dopo viene la luce.
A.S. Ascoltare la creazione di una sua opera, la divisione in zone per nulla percepibile ad un occhio ignaro, lascia intravedere un mondo grandioso, fantastico, fuori dai soliti confini. C’è una appagante leggerezza nei dipinti, un silenzio che diviene assordante rumore nell’esplosione cromatica di una gestualità dalle larghe losanghe. Ho un’ultima domanda da porgerle, una curiosità che mi intriga: in quale momento della giornata dipinge? Inoltre, ha qualche riferimento artistico che segue?
Dipingo sempre la sera, i miei lavori vengono realizzati solo attraverso lo sviluppo di bozzetti. Mi piace osservare la natura, meditare e poi eseguire le mie opere. Come riferimento artistico ho l’astrattismo lirico che tende allo spirituale, l’arte gestuale e segnica e mi ha sempre affascinato il pensiero di Kandinsky unitamente all’arte di Mirò e Dalì. L’arte è riflessione prima e azione poi, tutto nasce nell’interiorità del mio essere e l’appagamento che voi percepite nasce dalla volontà di vivere unicamente d’arte.
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Le interviste di PitturiAmo
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Autore: PitturiAmo Magazine
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