Carlo D’Orta – Il mio progetto artistico
Sono un artista nel ramo fotografia. Uso cioè la macchina fotografica come un pennello: non per documentare o fare cronaca, ma per estrarre dalla realtà immagini pittoriche che esistono davvero, ma quasi mai sappiamo vedere.
Guarda l’intervista a Carlo D’Orta su Il Sole24Ore
I miei soggetti principali sono le architetture e la danza.
Quando fotografo le architetture, la mia arte è soprattutto una ricerca dell’astrazione e delle combinazioni geometriche prodotte dalle sovrapposizioni e intrecci di strutture architettoniche che popolano le nostre città. Non mi interessano gli edifici in sé, né la realtà percepibile a prima vista. Io mi concentro sui riflessi delle vetrate e su linee, intersezioni e combinazioni di forme. Per questo cerco prospettive particolari, punti di vista inconsueti, angoli e scorci visuali dai quali le architetture si mescolano in un dialogo di linee, forme, contrasti di luci e colori che assume un significato quasi biologico.
Le mie fotografie possono a volte sembrare dei collage, ma non lo sono. Gli incroci di forme e geometrie non sono realizzati in post-produzione o al computer, ma esistono davvero nella realtà: essi sono il frutto della prospettiva e della ricerca di punti di vista dai quali strutture e forme distinte, separate fisicamente fra loro, appaiono invece al nostro sguardo come fuse e unite.
Questo è il senso soprattutto della mia serie Biocities, che affonda le radici e l’ispirazione più profonda nell’arte astratta di Mondrian, Malevic, El Lissitzky, Rothko, Peter Halley, nella fotografia di Franco Fontana e Lucien Hervé e forse – proprio per lo sforzo di andare con i miei scatti oltre il dato fisico, per approdare ad una nuova meta-realtà – anche nella visione delle città e piazze metafisiche di De Chirico.
Ed è il senso anche della serie Geometrie Still Life, che si differenzia da Biocities perché si concentra sulle architetture classiche del Mediterraneo anziché su quelle contemporanee.
Ma, nella sua profonda differenza, anche la serie di paesaggio che ho intitolato Vibrazioni risponde alla stessa logica di fondo. Qui il mio obiettivo si concentra su vetrate di cristallo che riflettono, deformandole, le architetture tutt’intorno. Il frutto sono immagini spesso astratte, ora di astrazione geometrica, ora di astrazione informale, in cui le forme delle originarie strutture architettoniche si dissolvono in giochi di luci e colori assolutamente imprevedibili.
La mia serie Paesaggi Surreali cerca invece immagini di architetture deformate in un modo surrealista da riflessi prodotti da cofani di auto e lastre metalliche. Le deformazioni di cofani d’auto e lastre metalliche provocano deformazioni del riflesso che richiamano le visioni di Gaudì.
Anche quando fotografo la danza non cerco immagini ordinarie, ma mi concentro sulle ombre dei danzatori proiettate dalle luci di scena su pavimenti e pareti, oppure sulle scie prodotte dal movimento.
Anche qui, l’ispirazione viene dai movimenti artistici del Futurismo e del Surrealismo.
Per spiegare il mio modo di guardare e fotografare mi piace citare le frasi di tre grandi uomini di cultura:
- “Se si desidera insegnare all’occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli oggetti quotidiani e familiari da prospettive, situazioni e angolazioni totalmente diverse” (Aleksnadr M. Rodchenko);
- “Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust);
- “La fotografia creativa non deve riprodurre, ma interpretare rendendo visibile l’invisibile” (Franco Fontana);
Mie opere sono in prestigiose collezioni pubbliche (Centro Congressi Banca d’Italia a Roma, Palazzo Giustizia di Milano, Camera Deputati, Autorità Garante Comunicazione, Museo Archivio Centrale Stato, Confindustria sede centrale, LUISS sede centrale, Consolato Generale d’Italia a NYC, ecc.) e in molte collezioni private in Italia e all’estero.
Potete vederne alcune sulle mie pagine Facebook, Instagram e Linkedin.
Le mie fotografie d’arte sono quasi sempre stampate in Limited Edition certificata di 3 sole copie, con certificato di garanzia e codice identificativo di ogni singola stampa.
Prediligo la stampa su lastre di plexiglass con fondo in alluminio sul retro: una modalità di grande impatto visivo e molto bella per decorazione di ambienti e arredamento. Formati fino a cm 250×150.
Solo per pochissime immagini prevedo una tiratura più ampia di 30 stampe.
Ho il mio ArtStudio/Gallery a Roma, in piazza Crati 14 (quartiere Trieste).
- Contatti: 328-0416111 – dortacarlo@gmail.com
- Sito web: www.carlodortaarte.it/it
- Facebook https://www.facebook.com/CarloDortaArtStudio/
- Instagram https://www.instagram.com/carlo.dorta/?hl=it
- Linkedin https://www.linkedin.com/in/carlo-d-orta-055a76b7/?originalSubdomain=it
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Autore: PitturiAmo Magazine
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